Gli oud sono tutti uguali?
Guida completa
Questa guida all’oud per esperti o principianti tratta tutti i principali argomenti legati ai diversi tipi (o meglio dire “stili”) di oud utilizzati in profumeria, sfatando molti falsi miti, ad esempio il fatto che tutti gli oli di oud abbiano sentori stallatici e che si somiglino tra loro.
La specie, le condizioni specifiche del posto, l’innesto e la tecnica di distillazione sono tutti fattori importanti nel conferire l’aroma finale a questo olio pregiato, ma la scarsità di oud selvatico e il conseguente aumento della coltivazione delle piantagioni fanno sì che i confini geografici e delle specie non siano più così importanti e delineati come una volta.
Con il quasi totale esaurimento degli alberi selvatici originali che ci donavano una volta i migliori oli di oud, gli stili di distillazione sono intervenuti a colmare il vuoto.
Ad esempio, se si vuole acquistare un olio di oud “Cambodi”, ossia cambogiano, oggi come oggi è probabile che provenga da un albero coltivato in Thailandia. Allo stesso modo, è possibile acquistare un olio di oud del Borneo da legno resinato distante centinaia di chilometri dall’isola stessa del Borneo. Un abile artigiano dell’oud può ricavare le caratteristiche dell’oud stile cambogiano o Kinam dal legno malese standard di palude. Un proprietario di piantagioni in Indonesia può coltivare alberi di specie Agallocha che, una volta, sarebbero stati tradizionalmente coltivati solo in Assam, nel nord-est dell’India.
Quando parliamo degli stili di oud, quindi, parliamo di oli di oud che fanno riferimento ad alberi non più esistenti, come la specie originaria di aquilaria Crassna che produceva i famosi oli cambogiani degli anni Settanta, o la specie selvatica Agallocha di Assam, nell’India settentrionale, un tempo utilizzata per produrre gli oli indiani così amati dal mercato arabo.
Lo stile fornisce una soluzione precisa al problema della domanda elevata in rapporto alla riduzione o all’inesistenza dell’offerta di vero oud. Gli alberi selvatici di Agallocha sono quasi estinti ad Assam, per esempio, e tuttavia la brama di olio indiano è più forte che mai. L’economia di mercato impone, detto in modo un po’ ironico, che se è l’olio indiano che il cliente vuole, avrà dunque l’olio indiano. L’esaurimento di una certa risorsa, come una specie o una generazione di alberi di oud, rappresenta un forte vincolo, ma non è un vero e proprio vicolo cieco.
Questo è il motivo per cui è nata un’intera generazione di distillatori di oud che ruota attorno alla riproduzione delle caratteristiche aromatiche mostrate dall’albero originale. Non abbiamo più bisogno dell’albero originale quando abbiamo quello che pensiamo essere la ricetta per ottenere una qualità analoga a quella dell’olio prodotto da quell’albero. E in effetti, il successo di alcuni di questi sforzi nell’ottenere l’aroma dell’olio originale utilizzando legno diverso e diverse tecniche di distillazione, è a dir poco sorprendente.
I confini tra il terroir autentico e gli stili adottati sono in qualche modo sempre più labili. Può risultare molto difficile stabilire se un olio di oud sia un vero olio perché proveniente effettivamente dall’Assam nell’India settentrionale o perché è stato distillato in stile “hindi”.
Per la maggior parte degli acquirenti, questa problematica è assolutamente ininfluente. Non si preoccupano delle minuzie finché un olio ha un autentico odore di “oud”, ma per coloro che amano e collezionano l’olio di oud, queste differenze contano molto.
In un’intervista per Basenotes, Ensar di Ensar Oud ha spiegato la differenza tra habitat originale (detto anche “terroir” alla francese) e stile in un modo perfettamente sensato: “Nessuno ti dirà: ‘Ehi, ho l’ultimo oud di Aquilaria Agallocha, fermentato per tre mesi, cotto in caldaie di acciaio inossidabile, poi ossidato per 30 giorni’. Diranno semplicemente: “Ho a disposizione l’ultimo oud indiano”. I dettagli del terroir, delle specie e della distillazione sono già incorporati nello stile, e lo stile non è una cosa nuova. Ma, sicuramente, le sfumature dello stile possono cambiare, e questo può portare a molti imbrogli – o dovrei dire, a una falsa rappresentazione.
Cinquant’anni fa, “Cambogiano” significava l’oud distillato da alberi di Acquilaria Crassna principalmente a Kampong Speu, Pailin, Pursat o Koh Kong. Oggi, lo stesso profilo (fruttato, dolce) è realizzato in Thailandia in un modo diverso. Non che questo rappresenti un problema. Per il fantomatico Sig. Rossi che va a Dubai, ‘Cambogiano’ non significa altro che un profilo olfattivo. Tutti i venditori insisteranno a dire che l’olio proviene dalla Cambogia, anche se non è vero, ma non importa perché al Sig. Rossi questo interessa davvero poco.
Eppure, per chi ama davvero questa materia prima, significa in realtà tutto. Il vero oud cambogiano ha un odore molto diverso dall’oud tailandese. Ma solo per i veri intenditori. Le persone che si approcciano al mondo dell’oud artigianale sono in una curva di apprendimento in cui i dettagli non sono ancora chiari ma contano davvero molto. Si allena il naso per identificare alcune note e sviluppare il proprio gusto personale lungo il percorso. Conoscere i dettagli aiuta a navigare nell’oceano di scelte a disposizione, a distinguere l’oud che potrebbe piacerti da quelli da evitare. A questo livello, lo stile e il terroir contano entrambi”.
Lo stile, in contrapposizione con il terroir, ha dunque molto a che fare con la disponibilità dell’albero originale. In alcuni paesi, come la Malesia, la Thailandia e il Laos, gli alberi che producono l’oud sono ancora abbondanti, almeno sotto forma di piantagione, e quindi possono ancora essere considerati in termini di provenienza geografica. Ad esempio, dato che ci sono molti alberi di agarwood (ovvero di oud, detto anche “legno di agar” in italiano) thailandesi, possiamo considerarli semplicemente come oli thailandesi, piuttosto che come olio di oud stile tailandese. Tuttavia, quando parliamo di alberi che non esistono più, come le specie Crassna originali che producevano i famosi oli cambogiani degli anni ’70, è più preciso definirli oli stile cambogiano.
Detto questo, ecco i principali stili e tipi di olio di oud, siete curiosi?
Oud in stile indiano
L’oud conosciuto come “hindi” in lingua inglese è anche noto in Italia come oud indiano, bengalese, del Bangladesh e di Assam. Originariamente, l’oud indiano era legato a una regione geografica e climatica specifica. L’olio indiano era distillato esclusivamente da alberi delle specie Agallocha che crescono ad Assam, nel nord-est dell’India, una zona montuosa nota per le sue lussureggianti piantagioni di tè. Ma poiché l’Agallocha è ora coltivata in regioni diverse dall’Assam, e poiché è possibile utilizzare legni diversi e forzare l’invecchiamento per produrre un olio “stile Hindi”, è probabilmente più accurato in questi giorni considerare l’oud indiano come uno stile di oud piuttosto che un prodotto legato a un territorio specifico.
Dato che l’oud indiano era molto apprezzato dalla cosiddetta “élite”, cioè dalle famiglie reali del Medio Oriente e degli Emirati, il gusto per questo stile si diffuse in generale nella cultura araba. Le caratteristiche dell’olio stile “Hindi” o indiano sono le seguenti:
- Tanto per cominciare è animale, con forti sentori stallatici
- Presenta sfumature di fieno, sterco, tè, paglia, legni e spezie
- Il fumo e la pelle sono caratteristiche organolettiche chiave
- Può avere un odore molto fermentato
- Forte, austero e senza compromessi
- Regale e spiritualmente edificante
- Colore marrone o nero
L’hindi è uno stile di oud impegnativo per la maggior parte degli occidentali non avvezzi all’olio di oud e per chi si approccia all’oud per la prima volta. Ma anche se l’aroma dell’oud indiano è spesso incisivo e senza compromessi, molti lo trovano anche spiritualmente edificante e regale. Oggi come oggi, lo stile indiano dell’olio di oud è in gran parte creato dalla combinazione di una specie di albero specifica (Agallocha) e di un metodo tradizionale indiano che richiede un’immersione più lunga del normale del legno di oud in acqua prima della distillazione, producendo così quel caratteristico ‘sentore’ aspro e fermentato che molti considerano una parte essenziale di un buon “Hindi”. La fumosità è a sua volta una caratteristica pregiata degli oli indiani e questo aspetto viene rafforzato deliberatamente sia attraverso l’ammollo più lungo della media sia attraverso la distillazione in corrente di vapore a temperature più elevate e che aumentano più velocemente.
Oud in stile cambogiano

Gli oli di oud cambogiano provengono originariamente dagli alberi selvatici di Aquilaria Crassna nelle giungle della Cambogia e sono diventati enormemente popolari come alternativa agli oli indiani negli anni ’70. Il profilo olfattivo di questi oli cambogiani è esaltato dal suo aroma succoso, fruttato, di miele e dal suo profumo più conciliante. Gli oli cambogiani erano più facili da amare dei devastanti oli indiani – piccoli giganti che fronteggiano l’imponente Golia indiano.
Tuttavia gli alberi originali da cui si producevano questi meravigliosi oli cambogiani sono stati rapidamente sterminati per la produzione di olio e si sono estinti, intere aree di foresta sono state spazzate via nel corso di soli tre decenni. Ora si stima che sul mercato sia rimasto meno del cinque per cento delle scorte di questo olio originale di oud cambogiano.
Ciò che viene venduto in questi giorni come olio di oud cambogiano proviene da nuovi alberi (A. Crassna) piantati in Cambogia dopo che quelli selvatici sono stati sradicati, oppure sono una miscela di oli thailandesi, del Borneo e altri oli regionali, leggermente ossidati per simulare il profilo olfattivo dell’olio cambogiano originale. Gli alberi di Aquilaria piantati in Cambogia dopo l’esaurimento degli alberi originali producono un meraviglioso olio di oud. Non ha però lo stesso odore dell’olio originale cambogiano.
Si può speculare sulle ragioni per cui l’olio originale cambogiano fosse così straordinario, ma la logica suggerisce che potrebbe essere dovuto a una combinazione di fattori. Uno di questi è l’età degli alberi originali, che avevano tra i cinquanta e gli ottanta anni quando iniziò la prima raccolta seria e che quindi avevano avuto un lungo lasso di tempo per sviluppare massicci depositi di oleoresina spessa e cristallizzata.
Un altro probabile fattore è lo scarso inquinamento e un microclima molto più pulito negli anni settanta, in virtù del periodo di scarsa attività industriale durante il regime degli khmer rossi. A prescindere dalla qualità degli alberi attuali che crescono in Cambogia, è impossibile replicare le esatte condizioni microclimatiche che hanno aiutato gli alberi originari a sviluppare il loro particolare “aroma”. (E, naturalmente, nel caso del governo agrario forzato degli Khmer rossi, certamente non si vorrebbe tornare indietro).
Tuttavia, lo stile cambogiano dell’olio di oud è diventato così popolare che distillatori e produttori continuano a realizzare oli di oud che imitano le caratteristiche originali dell’olio cambogiano originario degli anni Settanta. Le caratteristiche dell’olio stile cambogiano (il cosiddetto “Cambodi” in inglese) sono le seguenti:
- Dolce, con sentori di frutti rossi e bacche, fichi, prugne
- Sentori di miele e caramello
- Legni morbidi simili al cioccolato
- Nessun odore stallatico, fermentato, aspro o con sfumature fecali
- Un colore rossastro
- Negli oli cambogiani che vengono rapidamente invecchiati o distillati può comparire una polverosità stallatica e plasticosa
Gli oli di oud in stile cambogiano sono più adatti all’uso informale che all’uso cerimoniale e non hanno il profilo spirituale, fortemente cuoiato degli oud indiani, più austeri.
Oud in stile Borneo

Gli oli di oud del Borneo provengono da un gruppo di specie diverse di alberi di Aquilaria (A. beccariana, A. apiculate , A. cumingiana , A. filaria , A. hirta , A.malaccensis e A. microcarpa), tutti coltivati nell’isola del Borneo, che ha un clima da foresta pluviale caldissimo. Nel caso dell’olio di oud del Borneo, il terroir e lo stile sembrano essere molto più importanti delle specie, perché gli oli prodotti dal legno sull’isola presentano tutti lo stesso profilo olfattivo generale, indipendentemente dalle specie utilizzate nella distillazione. Gli oli e il legno del Borneo sono molto apprezzati nel mondo dell’oud per il loro carattere fresco e leggero.
Le persone di solito fanno riferimento agli oli del Borneo come oli in stile Borneo non perché l’oud del Borneo sia estinto (infatti non lo è), ma in riconoscimento del fatto che è importante il profilo olfattivo dell’area geografica del Borneo, piuttosto che la specie. In particolare, con sapienti tecniche di distillazione, è possibile infondere in un distillato “non Borneo” alcune delle caratteristiche di un oud del Borneo. Da qui l’accorgimento di chiamarli oli stile Borneo piuttosto che semplicemente oli di oud del Borneo.
L’isola del Borneo è di proprietà di tre paesi: l’Indonesia, che possiede il 73% dell’isola, la Malesia, che ne possiede il 26% e il Sultanato del Brunei, che ne possiede l’1%. L’oud degli alberi dell’isola attuale del Borneo tende ad essere diverso (e superiore) a quello degli alberi della terraferma di Malesia o Indonesia, a prescindere dal fatto che l’albero provenga da una parte dell’isola di proprietà indonesiana o malese. Le caratteristiche dell’olio stile Borneo sono le seguenti:
- Arioso, leggero e soave
- Ricco di terpenoidi, che se isolati emanano un odore di aghi di pino, canfora, diluente per vernici, solventi, colla e talvolta menta
- Contiene sfumature cremose, come quelle della vaniglia
- Generalmente dolce, ma può mostrare sfumature leggermente amare
- Può presentare sorprendenti sentori di fiori bianchi, miele grezzo ed erbe
- Spesso descritto come trascendentale, meditativo e frizzante
- Più adatto alle donne e a chi si approccia all’oud rispetto ad altri tipi di oli di oud
Olio di oud papuano

Gli oud papuani derivano da alberi di un’area geografica di un’isola lussureggiante. Gli oud papuani hanno un profilo simile a quelli del Borneo, ma presentano le seguenti caratteristiche che li distinguono:
- Verdi, con sentori di foglie
- Spesso presentano una freschezza di menta eterea o sfumature erbacee
- Leggeri, legnosi, frizzanti
- Spesso hanno sfumature tanniche in comune con il tè verde e i manghi acerbi
- Possono mostrare una sorprendente gamma di sfaccettature floreali, come quelle di viola e gelsomino
- Presentano sfumature fresche e umide, che rimandano agli odori di foresta pluviale
Olio di oud in stile vietnamita

Gli oli in stile vietnamita sono ricchi, aromatici e aspri. Il Vietnam ospita la kyara, il rarissimo legno di oud densamente resinato, considerato la crème de la crème del mondo di oud. Il Vietnam è anche la fonte del migliore agarwood (altro nome per definire l’oud) da suolo, vale a dire frammenti di agarwood densamente resinati provenienti da alberi abbattuti che sono parzialmente o completamente sepolti da terra e foglie, e quindi “intemprati” dal suolo e da altri elementi. L’agarwood da suolo proveniente dal Vietnam è classificato in base al colore (rosso, giallo o nero) e venduto a società di lavorazione dell’incenso e collezionisti privati per essere frantumato fino a diventare polvere di incenso.
L’olio di oud vietnamita è disponibile in questi giorni principalmente come olio di oud in stile vietnamita piuttosto che in qualità di vero e proprio olio del Vietnam. Questo perché è quasi impossibile procurarsi del buon legno di oud vietnamita per la distillazione in olio, in quanto ogni pezzo di legno portato fuori dalla giungla è già stato acquistato dalle grandi società giapponesi di incenso e da collezionisti privati. Se si vuole sentire l’odore dell’oud vietnamita “nudo e crudo”, per così dire, occorre acquistare l’incenso Baieido o Shoyeido, che utilizza questo prezioso legno di agar in polvere. Il legno stesso non è invece largamente disponibile per i distillatori.
I distillatori producono, tuttavia, oli di oud in stile vietnamita che imitano le caratteristiche dell’oud vietnamita originale, sulla base dei ricordi dell’odore prodotto dall’olio quando era ancora disponibile per i distillatori. Le caratteristiche dello stile vietnamita sono le seguenti:
- Ricco ma acre quasi da far pizzicare il naso
- Resinoso
- Retrogusto pungente
- Aromatico piuttosto che dolce nello spettro del “sapore”
- Si abbina bene ai chiodi di garofano, alla canfora e all’olio di nardo tradizionalmente utilizzati nell’incenso giapponese
- Ospita la kyara, il livello di classificazione più alto del legno di oud
Olio di oud thailandese

Gli oli thailandesi sono oli di A. Crassna con un profilo simile a quello cambogiano, ma senza il sentore dei frutti brillanti e “appiccicosi” degli oli cambogiani e una maggiore acidità metallica ed eccentrica rispetto agli oli provenienti dal Vietnam e dall’India. La Thailandia ha molte piantagioni di alberi di Aquilaria e quindi presenta abbondanza di legno. Di conseguenza, gli oli di oud thailandesi sono chiamati semplicemente oud thailandesi piuttosto che oud in stile thailandese.
Oli di oud cinese

Gli oli di oud cinese (Hainan, Sinensis) sono estremamente rari perché gli alberi che producevano legno di agar sono ormai vicini all’estinzione in Cina, se non già estinti. Sono disponibili alcuni distillati, ma tendono a provenire da piccole collezioni di legno d’annata, e con un solo chilo di tale legno che può costare 1 a 8 mila dollari, pochi artigiani possono permettersi di usarlo.
Gli oli originali sono animali al punto di essere selvaggi, ma per alcuni sono l’apice dell’esperienza di oud. Ci sono sicuramente ragioni per chiamarli oli di oud in stile cinese, dal momento che l’olio originale esiste a malapena. Lo stile cinese continua a vivere attraverso speciali tecniche di distillazione utilizzate dagli artigiani di oud per infondere all’olio caratteristiche aromatiche “cinesi” animali e nobili, o attraverso speciali distillazioni una tantum di legno cinese acquisite attraverso contatti locali. Le caratteristiche dell’olio di oud cinese sono le seguenti:
- Note di testa agrumate: scorza d’arancia, limone
- Note di cuore fortemente animali
- Contiene sfumature corrispondenti agli aromi animali naturali, come muschio di cervo, ambra grigia, castoreo e zibetto
- Può essere molto muschiato e dalla consistenza lanuginosa
- Carattere profondo e carico
- Può avere note di miele, legni scuri, legni invecchiati, muschio, pelliccia
Oli di oud del Laos

L’olio di oud proveniente da legno selvatico del Laos di alta qualità è difficile, se non impossibile, da reperire, quindi la maggior parte degli oli del Laos presenti sul mercato sono in realtà distillati dal legno delle piantagioni. L’olio prodotto dalle piantagioni del Laos è abbondante e di qualità costante. Pertanto, gran parte della produzione viene venduta direttamente alle grandi case essenziere e fabbriche di aromi in Francia e Svizzera, dove viene utilizzata in profumeria di nicchia di lusso. Le caratteristiche dell’olio di oud del Laos sono le seguenti:
- Animale pungente, per cominciare, con alcune note fuori dall’ordinario
- Sentori di metalli pesanti e fumo industriale
- Tende a stabilizzarsi, dopo la loro apertura animale, in una dolcezza sciropposa e boschiva molto piacevole
- Sfaccettature cremose e floreali, con sfumature che evocano la gardenia o il formaggio di capra
Può essere un po’ troppo potente ed eccessivo, quindi è necessario saper miscelare l’olio nella composizione se utilizzato in un profumo commerciale.
Oli di oud della Malesia

L’oud malese proviene dalla specie Malaccensis di Aquilaria, che è una delle principali specie che cresce nel Borneo. È difficile sapere quali siano le vere caratteristiche di un olio malese, perché, come ha detto un produttore, la maggior parte dei moderni oud malesi “sono pungenti, e quasi odorano come un mucchio di bucce di banana e torsoli di mele in decomposizione. Ciò è dovuto alla scarsa qualità della materia prima, a un ammollo eccessivo del legno prima della distillazione e ai metodi di distillazione non certo ideali generalmente adottati.
Ciò suggerisce che la distillazione e la raccolta di oud possono essere mal gestite in Malesia, con conseguente carenza di oli di oud malesi di buona qualità o persino interessanti sul mercato. Tuttavia, quando si trova un olio malese che è buono, allora è davvero, ma davvero buono. Un buon olio malese sembra essere contraddistinto dalle seguenti caratteristiche:
- Una complessa struttura duale di fumo e terra in apertura e di frutta e pelle in asciugatura
- Note umide di giungla o di foresta
- Dolce e affumicato
- Sfumature di terra umida, tartufi e legno umido
- Alcune note di frutta tropicale
- Un profilo aromatico pulito, che significa poche note animali o acide, stravaganti e fermentate
Oli di oud indonesiano

L’Indonesia è un vasto territorio, sia geograficamente che stilisticamente parlando. Gli oli di “Maroke oud” provengono tipicamente dall’Indonesia e possiedono quello che potrebbe essere definito un carattere indonesiano: scuro, boschivo, umido e un po’ selvaggio. Anche molti oud mitici come Oud Sultani di Ensar Oud provengono dall’Indonesia. Ma con un profilo così ampio e diversificato è difficile fare generalizzazioni sul carattere degli oli di oud indonesiani come gruppo unico. Solo quanto segue può essere dichiarato con molta sicurezza:
- La varietà di oud indonesiano è enorme, come lo è generalmente la qualità
- Gli esempi migliori mostrano un aroma che è vicino all’odore dell’oud bruciato come incenso: verde, umido, puro e affumicato
- Gli oli di “Maroke oud” provengono dall’omonima regione, la regione di Maroke o Merauke, alcuni puri, alcuni temperati con sostanze chimiche sgradevoli
- Gli oli del Maroke puri sono tartufati, terrosi, selvaggi e boschivi
Oud sintetici

Se stai acquistando un profumo commerciale a base di oud o un mukhallat o attar ad un prezzo troppo basso per questo tipo di materia prima, allora quello che stai ricevendo non è vero oud, ma oud sintetico. Mentre gli oud sintetici sono realizzati in laboratorio e non all’interno di un albero, e quindi non possono essere né uno stile né un terroir, sono stati creati appositamente per imitare le diverse caratteristiche degli stili osservabili nel materiale naturale. Pertanto, è utile avere un’idea dei diversi tipi di sintetici oud attualmente in uso e dove potresti trovarli.
Come per qualsiasi materia prima pregiata e scarsamente disponibile, sono state sviluppate varianti sintetiche per sostituirla. Le maggiori aziende responsabili della produzione di materiali sintetici, aromi e basi per l’industria dei profumi, come Firmenich e Givaudan, hanno ciascuna sviluppato diversi “sostituti” dell’olio di oud di alta qualità utilizzati nei profumi commerciali per approssimare aspetti chiave del profilo aromatico dell’olio di oud o del legno di oud. Ci sono molti di questi oud sintetici sul mercato, ma di seguito riporterò alcuni dei più importanti o più comunemente utilizzati.
Firmenich produce una molecola chiamata Synthetic 0760E, che caratterizza molti dei profumi commerciali in cui si cerca di ricreare una nota di olio di oud. Riproduce il sentore astringente, medicinale (alcuni direbbero “cerottoso”) che è diventato l’odore dell’oud standard per un’intera generazione di coloro che indossano fragranze. L’odore prodotto da questo aroma chimico è secco, medicinale e un po’ tagliente o acuto. Sarà riconoscibile a chiunque abbia mai indossato un profumo commerciale a base di oud, spaziando da Versace Oud, Rose d’Arabie (Armani Prive), Black Aoud (Montale) a Rose Oud (di Kilian) e Rose Gold Oudh (Tiziana Terenzi).
Firmenich produce anche Oud Fireco e Agarwood Fireco, due sostituti dell’oud di nuova generazione che rappresentano un grande passo avanti rispetto a Synthetic 0760E. Queste molecole piuttosto costose producono un aroma molto setoso, cremoso e stravagante che si avvicina alla cremosità della ricotta di capra della piantagione di oud del Laos, e possono essere utilizzate per dare un autentico odore di formaggio e di allevamento alle miscele di profumi.
Givaudan produce una molecola sintetica di oud chiamata Black Agar, che viene utilizzata nei profumi dove l’obiettivo è ricreare l’odore caldo e affumicato dei trucioli di legno di agar con sensori di incenso bruciato su un mabkhara (tipico bruciatore di incenso locale). Questa molecola viene utilizzata nei profumi che vogliono simulare l’odore del legno di oud che viene riscaldato delicatamente piuttosto che dell’olio di oud. È presente in fragranze come Leather Oud (Dior), Oud Ispahan (Dior), Songe d’un Bois en Eté (Guerlain) e Oud Palao (Diptyque). Può anche sapere di patchouli secco e affumicato in alcune condizioni.
Naturalmente, anche se alcuni di questi accordi e profumi sintetici di oud hanno uno splendido odore, nessuno di loro può avvicinarsi alla pura complessità dell’olio di oud con tutte le sue sfaccettature che vanno dalla frutta, il legno, il marciume, il decadimento, il cioccolato, la gomma e la pelle, fino a note sorprendentemente floreali come la rosa, la tuberosa o la gardenia.
L’oud è incredibilmente complesso e contiene oltre cinquecento composti aromatici, quindi sarebbe difficile per una singola molecola sintetica replicarne la complessità. Le fragranze con oud sintetico mostrano una o due sfaccettature inerenti all’oud reale, come una nota medicinale o un’acidità affumicata. Ma nessun oud sintetico può rappresentare adeguatamente la sua gamma completa di sapori e sfumature.
Acquisto di oud: un po’ di buon senso

Infine, parliamo dell’acquisto di profumi a base di oud, mukhallat o olio puro di oud. Molte persone trovano l’acquisto di oud qualcosa di stressante, in parte a causa delle spese extra che comporta e in parte a causa dei timori sull’autenticità. Più denaro si spende, più alta è l’aspettativa di purezza. A nessuno piace sentirsi ingannato. Ma un po’ di buon senso ti aiuterà a risolvere il problema.
Ad esempio, se hai comprato un dupe a buon mercato di Oud Wood di Tom Ford su eBay, allora non conterrà alcun vero olio di oud. In questo caso a dire il vero nemmeno Oud Wood di Tom Ford lo contiene. Siate consapevoli del segmento di mercato in cui state acquistando e mantenete le vostre aspettative a tale livello. Passando da dupe ad attar dovrebbe valere lo stesso principio di buon senso. Se il tuo mukhallat o attar è pubblicizzato come contenente oud reale, ma costa meno di quindici dollari per un tola (unità di misura indiana), allora non contiene alcun oud reale. Il vero olio di oud è semplicemente troppo costoso da mettere nei mukhallat in qualsiasi quantità notevole e si paga ancora un certo importo in dollari per tola.
Ma se ti compare un attar o mukhallat basato su oud che costa almeno un centinaio di dollari a tola ed è pubblicizzato come contenente vero olio di oud, allora è probabile che contenga una certa quantità dell’ingrediente originale. Con l’aumento dei prezzi dei mukhallat e degli attar all’oud, aumenta anche la quantità e la qualità dell’olio di oud che potrebbe essere utilizzato nella miscela. I mukhallat contenenti oud reale possono costare da cento a oltre tremila dollari americani.
Le grandi aziende di profumi degli Emirati e dell’India lavorano tutti con olio di oud reale, il che significa che possiedono direttamente piantagioni di oud o hanno contratti con distillatori nelle piantagioni di oud e fornitori nei grandi mercati degli Emirati. Tali canali di approvvigionamento consolidati non sono tuttavia una garanzia né di purezza né di autenticità. Se si desidera un olio di oud puro al cento per cento, è necessario acquistarlo dai piccoli artigiani. Non c’è altro modo per garantire che si sta acquistando un olio di oud puro o un attar contenente olio di oud puro.
Grandi marchi come Ajmal, ASAQ e Arabian Oud vendono enormi volumi di oli in tutto il mondo e hanno filiali nelle principali città. Gli oli di oud che vendono come cambogiani o indiani sono raramente (per non dire mai) oli puri al cento per cento da una singola distillazione, ma invece, miscelati con altri oli di oud di piantagione o selvatici, stabilizzati con riempitivi, altri oli essenziali e talvolta anche oli sintetici. Il che va bene, ovviamente. Basta esserne consapevoli.
Marco Tedeschi “lamoscalnaso”
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